Cosa può succedere in un paese economicamente provato, in mezzo a crescenti tensioni internazionali, se un artista della comunicazione decide di diffondere sul mezzo più pervasivo dell’epoca la notizia di una finta invasione?
Stiamo parlando dello stunt di Orson Welles del 1938, che ambientò il grande classico La guerra dei mondi di Herbert G. Wells a New York e nel New Jersey, inscenando un’invasione marziana. Gli elementi per capire che si trattava di finzione c’erano, eppure centinaia di migliaia di persone, perlomeno a un certo punto, diedero credito alla narrazione.
Un episodio a me caro sotto tanti aspetti, perché parla di Marte e del suo rapporto con la nostra cultura, per gli spunti di riflessione sulla comunicazione e sulla propaganda e perché signora mia, queste trasmissioni così non le fanno più; ve lo racconto per Motherboard Italia.
Poco dopo, fece il suo roboante ingresso la stampa, che aggredì attori, supervisori e produttori con i resoconti della serata. Avevano idea, loro, del panico, dei suicidi, degli incidenti mortali e delle fughe precipitose per la strada? L’attore principale e ideatore dello show aveva 23 anni, e se ne stava seduto in disparte con aria scoraggiata, “Sono rovinato.” (continua…)
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