La controversia su eutanasia e suicidio assistito non sembra destinata ad avere mai termine; se però si pensa che nemmeno la morte in sé ha una definizione univoca, la cosa non deve stupirci. Uno dei miei primi pezzi per Il Tascabile, che torna sempre utile per le ricorrenze di fine ottobre.
Cos’è la morte
on sempre una persona dichiarata morta lo è davvero. Ne sa qualcosa Constantin Reliu, l’uomo rumeno il cui certificato di morte è stato emesso nel 2016, dopo una lunga assenza in cui aveva interrotto i contatti con la famiglia, e che da marzo si trova in un limbo legale perché, essendo passato troppo tempo, il suo ricorso per far annullare il certificato di morte è stato respinto. Le procedure per emettere un certificato di morte in absentia possono variare nei dettagli a seconda della legislazione, ma solitamente il requisito è un’assenza di contatti che si sia prolungata per qualche anno (da 5 a 10 per la maggior parte dei paesi), a meno che non vi siano elementi per ritenere la morte probabile. Per esempio, le vittime di un naufragio, di un attacco terroristico o di un incidente aereo che non siano state tratte in salvo si considerano legalmente morte dopo qualche giorno o qualche settimana.
(continua…)
(continua…)
Leave a Reply