Trent’anni dopo il disastro Chernobyl, la flora si è riappropriata del territorio della zona di esclusione e la fauna è riuscita, apparentemente, ad adattarsi, concentrandosi nelle regioni dove trovano acqua e nutrimento. Sulle pagine virtuali di Scientificast espongo i censimenti più recenti che sono stati effettuati in questa zona.
La strana riserva naturale di Chernobyl
Nei giorni successivi al disastro di Chernobyl si procedette all’evacuazione totale di una zona di circa 4000 chilometri quadrati, per un totale di oltre centomila persone. Da allora, quell’area è chiamata “zona di esclusione” e gli insediamenti umani, tra cui la città di Pripyat a tre chilometri dalla centrale, sono disabitati.
Tuttavia, la vita ha trovato il modo di ristabilirsi e perfino prosperare all’interno della zona di esclusione. Già da una decina d’anni è evidente come le piante siano state in grado di adattarsi crescendo in modo cospicuo a Pripyat e dintorni, mentre lo stesso non poteva essere affermato con altrettanta evidenza per gli animali. (continua…)
Tuttavia, la vita ha trovato il modo di ristabilirsi e perfino prosperare all’interno della zona di esclusione. Già da una decina d’anni è evidente come le piante siano state in grado di adattarsi crescendo in modo cospicuo a Pripyat e dintorni, mentre lo stesso non poteva essere affermato con altrettanta evidenza per gli animali. (continua…)
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